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Uzbekistan: sulle tracce di Marco Polo

di Samantha Carlomagno

Vi racconto il mio viaggio in Uzbekistan. Partiamo alla scoperta di un Paese essenzialmente desertico, vero incrocio di civilizzazioni, religioni, stili di vita e culture al centro della famosa Via della Seta.

Uzbekistan: qualche cenno storico

L‘Uzbekistan fino a qualche tempo fa (diciamo una decina di anni fa più o meno) era praticamente sconosciuto nel mercato turistico internazionale ed è un Paese che solo recentemente si è affacciato al turismo lasciandosi alle spalle il Regime Sovietico.

Il territorio ha raggiunto l’indipendenza dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica avvenuto nel 1991 e conta un’ampissimo patrimonio artistico ed architettonico dovuto in particolar modo dalla sua privilegiata posizione geografica, al centro della famosa “Via della Seta” che collegava la Cina con l’Europa.

Viaggio di gruppo in Uzbekistan: il racconto

Siamo partiti da Milano Malpensa con un volo della Uzbekistan Airways (la compagnia di bandiera) ed in 6 ore e mezza di volo siamo atterrati a Urgench.
La nostra prima tappa è stata la città di Khiva: unica in Asia centrale per il livello di integrità e perfezione dell’insieme architettonico. Durante il periodo sovietico la città fu infatti sottoposta ad un ambizioso progetto di restauro che l’ha in qualche modo “congelata” nel tempo trasformandola in una sorta di museo a cielo aperto.   

La città è divisa in due parti: l’Ichan Qala, la città antica, dove si trovano i monumenti più importanti  e il Dishan Qala, la parte più esterna e moderna. L’Ichan Qala è chiamata anche “la cittadella” ed è cinta da mura. Custodisce al suo interno 50 monumenti tra moschee e minareti.

Dopo aver visitato Khiva ed aver fatto un pò di sano shopping (da non perdere i colbacchi di pelliccia: bellissimi e con prezzi super convenienti) attraversiamo il deserto del Kyzylkum (il cui nome significa “sabbie rosse”). Per l’economia del Paese il deserto rappresenta una vera e propria risorsa perché ricco di giacimenti minerari petrolio e gas naturale. È anche possibile trascorrere una notte nel deserto e dormire nelle yurte (tende di feltro tipiche dei nomadi mongoli dell’asia centrale).

Bukhara, il centro culturale dell’Asia centrale

Dopo la nostra traversata desertica arriviamo a Bukhara. Un detto tradizionale Uzbeko dice; “Samarcanda è la meraviglia della terra ma Bukhara è la meraviglia dello spirito”.
La giornata trascorre alla scoperta delle numerose Madrase: le Madrase sono, nella storia  della cultura islamica, le scuole superiori dove si ultima l’apprendimento ricevuto in moschea.

Bukhara era considerata il pilastro dell’Islam ed il più importante centro culturale e religioso dell’Asia centrale. Qui hanno vissuto medici, scienziati, filosofi e letterati.

Samarcanda, il fiore all’occhiello dell’Uzbekistan

Il nostro viaggio prosegue approdando finalmente a Samarcanda – il fiore all’occhiello dell’Uzbekistan. Le sue origini sono antichissime e risalgono al XIV Secolo Avanti Cristo. Fu rasa al suolo da Genigis Khan e rifiorì tra il XIV e XV secolo grazie a Tamerlano, grande condottiero e uomo di stato, che la proclamò capitale del suo impero. Da allora il suo centro storico è rimasto immutato, compresa la magica atmosfera che ci ha letteralmente “rapiti”. 

Piazza Registan è il cuore della città. Il nome Registan in persiano significa “deserto” o “luogo di sabbia”. Anche in passato il suo era quello di piazza pubblica dove le persone si riunivano per ascoltare proclami ed era anche il luogo dove avvenivano le esecuzioni pubbliche. È incorniciata da tre madrase dalla distintiva architettura islamica.

Tashkent, capitale moderna

Prima di lasciare l’Uzbekistan abbiamo raggiunto con un treno alta velocità (simile al nostro Frecciarossa) Tashkent, la capitale.  Purtroppo poco rimane del suo passato a causa del terremoto che la distrusse completamente nel 1966 che si somma alle opere realizzate dal regime sovietico che l’hanno anche stravolta. Oggi è una città moderna ed è il centro amministrativo e commerciale del Paese.

Prima di riprendere il volo di rientro per l’Italia abbiamo fatto tappa al Bazar Chorsu, per avere uno spaccato della vita quotidiana di Tashkent. Originariamente il mercato si teneva all’aperto ma, in epoca sovietica, è stata costruita una grande cupola blu e azzurra per offrire riparo ai mercanti.
Con un ultimo bicchiere di vodka prima del pasto ed una cena ospitati da una tipica famiglia uzbeka il nostro viaggio è giunto al termine. 

E voi che ne pensate? Siete già stati in Uzbekistan ed ho risvegliato in voi dei ricordi o è nella vostra lista dei desideri? Oppure non conoscevate la destinazione e vi ho inspirati?

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